Enerhoder in ucraino significa “regalo di energia”: è la città dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhia. Un abitante su cinque lavora nella centrale e la città fin dall’inizio dell’invasione vive sotto occupazione russa. E proprio all’inizio della guerra si era parlato della centrale con un riferimento a Chernobyl: in realtà il paragone non regge, perché sono state costruite in periodi diversi con materiali e metodi diversi. Da questa estate la centrale è di nuovo sotto i bombardamenti, è sganciata dalla rete elettrica ucraina e deve contare solo sulle sue risorse per refrigerarsi: l’esperta di centrali atomiche e sicurezza Olga Kosharna dice che può durare al massimo per dieci giorni e che i russi dovranno per forza riattaccare la centrale alla rete elettrica ucraina. E che la stanno usando come usano il gas: per spaventare e minacciare.
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