Un report commissionato da Meta sostiene che il social network ha negato agli utenti palestinesi la loro libertà di espressione rimuovendo erroneamente i loro contenuti, durante gli scontri del 2021 alla moschea Al Aqsa. Il report dice anche un altra cosa: che era molto più probabile la censura o il blocco di un post scritto in arabo anziché in ebraico. È stata Facebook stessa a chiedere a una società esterna questo rapporto, il che è bene. Nonostante il report specifichi che queste violazioni non siano state intenzionali, rimangono però numerosi dubbi sul modo con il quale il social network modera e censura i commenti: emerge infatti una scarsa preparazione delle persone che devono controllare cosa giro su Facebook e i limiti del sistema di catalogazione che Meta utilizza in questi casi.
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