La colonna di carri armati russi alle porte della capitale spinge tutti a lasciare Kyiv. Chi non resta per combattere cerca di salire su uno dei treni diretti verso ovest, su cui si viaggia uno sull’altro. A Chmel’nyc’kyj, dove sono scesa, non c’è nemmeno un alloggio disponibile: tutte le strutture sono prese d’assalto dai profughi che sono in cammino verso la Polonia e gli altri Stati confinanti. Stanotte dormirò in una chiesa, in attesa di capire se e quando potrò tornare nella capitale.
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